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Il volontario è una persona che, oltre a comportarsi correttamente nella vita di tutti i giorni, come studente o lavoratore, figlio o figlia, padre o madre, mette spontaneamente a disposizione del tempo per gli altri.
Per fare, con passione, qualcosa di utile, di realmente efficace.
Il volontario non è un eroe, una persona eccezionale, un "superman", ma un cittadino responsabile.
Un cittadino è responsabile quando ha cura di sé, degli altri e dell’ambiente in cui vive (si dice cosi anche di una persona "matura").
Un cittadino responsabile è una persona che rispetta le regole della convivenza, che partecipa alla vita sociale (si informa, si aggrega e prende delle decisioni con gli altri), che chiede il rispetto dei propri diritti e tutela (difende) quelli di tutti. In altri termini questo comportamento si chiama cittadinanza attiva.
Volontari non si nasce, si diventa. Si impara ad esserlo facendo propri (si dice "interiorizzando") alcuni valori e osservando altre persone metterli in pratica (testimonianza).
I valori in cui il volontariato crede sono, soprattutto:
1) La solidarietà, che significa condividere qualcosa con gli altri per realizzare un bene comune o farsi carico di che ha bisogno per un fine diverso del proprio interesse personale. Per questo si parla di volontariato come "dono";
2) La giustizia sociale, per difendere i diritti di tutti a cominciare da chi non ha diritti;
3) La non violenza come modo di vivere, fino a considerare la pace il valore cardine della convivenza tra i popoli;
4) La legalità, con il rispetto della leggi da parte di tutti, a cominciare da se stessi;
5) La qualità della vita, preoccupandosi come cittadino di avere, ad esempio, aria e ambiente più puliti, servizi più efficienti, città più vivibili e sicure;
6) La crescita di "beni comuni", da quelli simbolici come l’etica (l’uomo e la giustizia sociale al centro della vita sociale) a quelli materiali disponibili per tutti i cittadini (parchi, servizi, scuole, centri sociali strutture e attività di tempo libero, ecc..).
I valori che caratterizzano il volontario sono diversi e opposti (alternativi) a quelli della ricerca del profitto o del guadagno come massimo bene, della competizione senza regole (l’importante è avere la meglio sugli altri), del consumismo (l’importante è il possesso dei beni), dell’utilitarismo (un’azione ha senso solo se produce un vantaggio concreto), di un certo liberismo (ognuno per sé e tanto meglio per chi più ha).
Il volontario è una persona che agisce disinteressatamente, cioè gratuitamente (senza guadagno) e senza cercare vantaggi di alcun tipo ma solo relazioni umane che diano senso o scopo alla sua vita. Facendo volontariato una persona si arricchisce di esperienze, di relazioni e promuove l’incontro e lo scambio tra tutte le persone. Per questo si dice che il volontariato aumenta la disponibilità di beni relazionali o del "capitale sociale", quest’ultimo non meno utile per una società del capitale economico (le imprese, i soldi).
Il volontario non fa solo assistenza, carità, recupero alla vita sociale di persone messe ai margini della società (oggi si dice "inclusione sociale") o interventi di emergenza (quando ormai il danno si è prodotto), ma contribuisce a fare prevenzione delle cause che creano disagio, ingiustizia sociale, diseguaglianza selle opportunità (ad esempio tra uomini e donne o tra ricchi e poveri), degrado ambientale, povertà culturale.
Il volontario mette sempre al centro della sua attenzione le persone con i loro bisogni, i loro diritti e le loro potenzialità
( quello che potrebbero fare se avessero opportunità e sostegno), perché tutti, anche i meno fortunati o dotati, possano crescere, realizzarsi, trovare soluzioni ai loro problemi o conforto nei momenti meno fortunati della vita. quando si fa carico di qualcuno, il volontario lo aiuta a diventare autosufficiente, a sapersela cavare da sé. Anche quando va incontro a chi nella vita ha sbagliato (ad esempio a un detenuto o a un tossicodipendente) non lo giudica, ma lo accompagna e ne rispetta i tempi de crescita.
Il volontario deve " far bene il bene", preparandosi e migliorandosi costantemente, assumendosi della responsabilità insieme agli altri e portando fino in fondo un impegno preso.
I volontari non possono farsi carico di tutti i bisogni della popolazione né possono gestire tutti servizi o sostituirsi a chi li realizza meglio, i loro compiti sono soprattutto quelli di fare mediazione tra i cittadini e le istruzioni (avvicinando gli uni alle altre), di fare sensibilizzazione sui bisogni e sui problemi (richiamando l’attenzione e informando correttamente la popolazione). Di intervenire nei confronti di chi è in stato di bisogno attraverso attività di ascolto, orientamento, accompagnamento, prime risposte alle necessità , materiali, di assistenza e relazionali. Talvolta, e nelle forme organizzate, il volontariato sperimenta nuovi servizi o soluzioni innovative aprendo delle strade e allargando l’offerta di opportunità per la popolazione. Nella sua azione cerca sempre di coordinarsi ad organismi pubblici e privati a cui può fornire un contributo di qualità con prestazioni che nessun altro soggetto può realizzare. Sono le prestazioni che umanizzano i servizi, li rendono più accoglienti e a misura d’uomo.
Se la gratuità è la caratteristica che distingue il volontario da qualunque altra persona che agisce nella società. Distingue anche l’organizzazione di volontariato da qualunque altro organismo pubblico o privato (Stato, impresa, cooperativa sociale che produce beni o servizi, associazione a esclusivo vantaggio dei soci, fondazione che dà finanziamenti, etc..).
Senza la gratuità i volontari non potrebbero trasmettere con efficacia i valori in cui credono e che manifestano. Sarebbero quindi poco credibili nel loro compito, oggi forse il più importante, di educare i cittadini alla solidarietà. Ecco perché il volontariato è importante per quello che è, per i valori che comunica ("saper essere"), prima ancora che per quello che fa, che realizza in pratica ("saper fare").
È quindi scuola di solidarietà.
Il volontariato, specie quello organizzato in associazioni o gruppi di volontari, ha come obiettivo una società migliore e proprio per questo è capace di fare delle denunce se vede che qualcosa non va, di proporre delle soluzioni ai problemi, di anticipare delle risposte ai bisogni non soddisfatti del cittadini, di valutare l’operato della istituzioni pubbliche e di coinvolgerle.
Non intende però sostituirsi a queste perché è ad esse che spetta per Costituzione la responsabilità di soddisfare i diritti dei cittadini. Al fine di ottenere maggiore peso, considerazione e risorse per le proprie cause fa in modo di sensibilizzare e coinvolgere la popolazione, comunicando con efficacia valori e progetti. Per questo si dice che il volontariato ha un ruolo "politico" che non vuol dire stare dalla parte di un partito, ma operare per il bene della "polis", cioè della comunità dei cittadini. Questo compito viene svolto meglio se i volontari e soprattutto i gruppi di volontariato, si coordinano, progettano e realizzano insieme attività e iniziative.
Il volontariato è quindi agente di cambiamento ed è tanto più efficace in questa funzione quanto più sollecita la partecipazione dei cittadini.
In definitiva il volontariato attraverso le tre "D" – la disponibilità, il disinteresse e il dono di ciascun praticante, agisce affinché siano rispettati i diritti di tutti, vi siano più servizi nella vita sociale e, soprattutto, più democrazia, perché se i cittadini partecipano diventano sovrani e vivono meglio.